In Italia il settore dell’Assistenza e Manutenzione rappresenta un ambito di intervento particolarmente interessante per un numero sempre crescente di aziende di ogni dimensione, dalla società uninominale a realtà ben strutturate, attive su tutto il territorio.
Forse non tutti sanno che nel settore Assistenza e Manutenzione…
…la fetta più consistente dei player appartiene alla categoria delle PMI. Queste aziende, nella maggior parte dei casi, per operare dispongono di un parco mezzi al di sotto delle 10 unità, composto prevalentemente da automobili e LCV, i piccoli veicoli commerciali.
La gestione di un’attività specializzata nell’assistenza e manutenzione permette certamente di accedere a un mercato intenso, ricco di domanda. Il problema principale per chi offre i propri servizi risiede nella capacità di trovare la quadratura del cerchio, riuscendo a soddisfare appieno le richieste dei clienti senza perdere d’occhio la necessità di ottenere un risultato economico adeguato.
La maggior parte degli imprenditori fa affidamento sulla propria esperienza e su quella dei driver che lavorano per loro. Si tratta, naturalmente, di asset imprescindibili, ma il risultato finale è quasi sempre una gestione legata all’operatività day by day più che ad una vera e propria programmazione a volte anche a scapito delle priorità. Tutto ciò, ovviamente, sfocia nella normalizzazione delle emergenze, con immancabili contrattempi, aumento dello stress dei guidatori e di chi deve provare a coordinarne il lavoro.
In un contesto del genere chi penserebbe mai a fattori come l’aumento del rischio alla guida, il consumo di carburante o magari la manutenzione dei mezzi utilizzati? Eppure si tratta di dati estremamente importanti, si pensi ad esempio a quando ci si trova a far fronte all’improvvisa indisponibilità di uno dei veicoli a disposizione o, ancor peggio, a un incidente originato da una guida non aderente agli standard di sicurezza.
Telematica per settore Assistenza e Manutenzione: sfatiamo le leggende dei costi eccessivi e della sovradimensione per le PMI
- “Non ne ho bisogno: ho un’azienda con un parco auto troppo piccolo”. Questa è una delle obiezioni più comuni quando ci si rivolge ad una PMI italiana che opera nell’assistenza e manutenzione.
- Al secondo posto in questa classifica troviamo: “non abbiamo risorse da investire in strumenti e software”.
- Infine, l’immancabile: “chi le sa utilizzare queste tecnologie? Non abbiamo tempo e denaro per la formazione”.
In realtà, se andiamo ad analizzare nel dettaglio queste affermazioni, scopriamo che si tratta più di stereotipi che di situazioni reali.
1. Partiamo dalla prima affermazione riguardante la maggior parte delle PMI italiane, che nel 67% dei casi (in Europa la media è del 54%) dispongono di meno di 10 veicoli.1 Proprio quando si hanno a disposizione pochi mezzi è il caso di sfruttarne al massimo le potenzialità, preservandone la funzionalità. Un’azienda che dispone di tre soli veicoli, ad esempio, dovrebbe effettuare una manutenzione programmata e attenta, ancor più di una ditta che disponga di 50 automezzi. Ognuno di quei tre veicoli rappresenta, infatti, oltre il 33% della capacità lavorativa dell’azienda, che in caso di guasti rischia di subire un grave danno economico. Ovviamente, al crescere dell’anzianità dei mezzi aumenta anche la necessità di prendersene cura in maniera attenta e puntuale. Le PMI italiane, infatti, con una vita media per veicolo di circa 7,5 anni (6 è la media europea) sono tra le aziende che tendono a ritardarne il più a lungo possibile la sostituzione. Inoltre, proprio quando si ha a disposizione un numero ridotto di mezzi è fondamentale ottimizzarne l’impiego, organizzando l’ordine degli interventi in maniera tale da ottenere il massimo ritorno economico nel più ridotto tempo possibile. Da una recente ricerca condotta da Webfleet emerge, infatti, che ben il 40% dei driver afferma che le variazioni dei programmi di lavoro fanno perdere loro efficienza.
2. Il secondo mito da sfatare è quello relativo alla mancanza di risorse economiche da destinare alle soluzioni telematiche, denunciata dal 30% di un campione di manager intervistati da Webfleet². Per consentire agli autisti di svolgere la propria attività, le aziende devono necessariamente dotarli di un sistema di navigazione GPS o di uno smartphone di ultima generazione. Che sono senza dubbio soluzioni più economiche ma che devono essere valutate anche alla luce della loro resa.Un driver che debba utilizzare un navigatore satellitare dovrà, infatti, impostare autonomamente il percorso per ogni destinazione senza sapere se si tratti effettivamente di quello migliore. Il tempo perso così si somma al rischio di effettuare un inserimento errato, con tutte le conseguenze del caso.Chi, invece, prova a utilizzare in ambito professionale uno smartphone, per quanto potente possa essere, si dovrà confrontare con una serie di problemi aggiuntivi: ad esempio la gestione di chiamate in entrata, la scarsa potenza del segnale (o addirittura la mancanza totale, con conseguente impossibilità di proseguire) e l’elevato consumo della batteria. Tutti fattori che riducono l’efficienza alla guida, aumentano i rischi di distrazione (e quindi di incidenti) e nel complesso diminuiscono la produttività del conducente.Una soluzione telematica, a fronte di una spesa superiore, consente al driver di concentrarsi esclusivamente sulla guida. Il percorso preimpostato evita perdite di tempo e pericolose distrazioni. Inoltre, il conducente non ha bisogno di comunicare telefonicamente con la sede, poiché la sua posizione è già nota e il tragitto tiene conto della situazione del traffico e delle priorità di intervento. La combinazione di questi fattori consente di aumentare l’efficienza dell’intera flotta, con un rapido ritorno anche in termini economici.
3. La terza e ultima obiezione riguarda la difficoltà di utilizzo, chiamata in causa dal 20%2 dei manager intervistati da Webfleet. La formazione è, però, parte integrante delle soluzioni delle Aziende come Webfleet. Il supporto costante rende semplice, rapida e sostenibile l’adozione degli strumenti per la gestione delle flotte.
Se avete ancora dei dubbi non vi resta che provare e non c’è modo migliore di provare qualcosa se non farlo gratis, compilate la richiesta di free trial QUI
Buon test a tutti!
1 Ricerca svolta dal Corporate Vehicles Observatory di Arval, società di fleet management del gruppo BNP Paribas
2 Productivity Research 2017 condotta da Webfleet su un campione di 400 dirigenti di aziende italiane con 5 o più dipendenti.