Il famigerato angolo cieco, che i francesi definiscono ancora più cupamente “angolo morto”, rappresenta uno dei punti di maggiore criticità per la sicurezza di chi si muove nel raggio di azione di camion e autobus.
In questo caso la velocità e le manovre azzardate non hanno alcun rilievo, perché il problema è drammaticamente banale: i conducenti non sono in grado di vedere dalla cabina una determinata porzione del loro veicolo – generalmente posizionata sul fianco destro del mezzo se la guida è a sinistra – né direttamente né attraverso gli specchi retrovisori.
Cosa si intende per angolo cieco?
L’angolo cieco è una zona o un settore nell’ambiente circostante di un veicolo o di un oggetto in cui il conducente o l’utente non ha una visione diretta o completa. Questa area non è visibile attraverso gli specchietti retrovisori o il campo visivo dell’operatore, rendendo difficile o impossibile rilevare gli oggetti o gli altri veicoli che si trovano in quel punto. Un “angolo cieco molto ampio” si riferisce a una porzione significativa dell’ambiente circostante che un conducente non è in grado di vedere direttamente dal suo punto di vista all’interno del veicolo. Gli angoli ciechi sono una fonte comune di incidenti stradali, quindi molti veicoli moderni sono dotati di sistemi di monitoraggio degli angoli morti, come sensori o telecamere, per aiutare i conducenti a rilevare gli oggetti o i veicoli che potrebbero essere al di là del loro campo visivo diretto, contribuendo così a migliorare la sicurezza stradale.
re azzardate non hanno alcun rilievo, perché il problema è drammaticamente banale: i conducenti non sono in grado di vedere dalla cabina una determinata porzione del loro veicolo – generalmente posizionata sul fianco destro del mezzo se la guida è a sinistra – né direttamente né attraverso gli specchi retrovisori.
Milano in prima fila per combattere le vittime dell’angolo cieco
Solamente nel corso della prima parte del 2023 sono morti ben 127 ciclisti in tutta Italia e il triste primato regionale va alla Lombardia con 27 vittime (fonte: Associazione sostenitori ed amici della polizia stradale – Asaps).
Ciò che più colpisce è il fatto che la maggior parte di questi incidenti siano avvenuti in contesti urbani, spesso in mezzo al traffico cittadino.
Solo all’interno della città di Milano sono ben 5 i decessi di ciclisti dovuti a incidenti con camion o mezzi pesanti a causa degli angoli ciechi. Ragione per cui l’amministrazione del capoluogo lombardo ha adottato una decisione d’urgenza per consentire l’accesso al centro città (area B e area C) solamente a camion e mezzi pesanti dotati di sensori per il rilevamento della presenza di persone anche in prossimità dell’angolo morto.
Sensori di prossimità: potenzialità e limiti della tecnologia per la sicurezza
I sensori di prossimità – dotazioni specificamente richieste dal Comune di Milano per poter accedere alle ZTL – sono una tecnologia assolutamente consolidata e già disponibile, se non come optional del produttore, sicuramente nell’aftermarket. Il vero problema, quindi, non è la capacità della tecnologia di rilevare la presenza del ciclista o del pedone nell’angolo cieco, ma l’interpretazione dell’alert da parte del conducente del mezzo pesante.
Infatti, proprio a causa della sovraesposizione ai molteplici suoni ed elementi visivi presenti all’interno della cabina di guida, non è assolutamente scontato che il guidatore si accorga di uno specifico avviso in mezzo agli altri. Anche se da questo può dipendere la vita o la morte di qualcuno.
Come funziona un sensore di prossimità?
Il sensore di prossimità è un dispositivo utilizzato per rilevare la presenza o la vicinanza di oggetti o persone nell’ambiente circostante. Il suo funzionamento si basa su diverse tecnologie, ma una delle più comuni è l’utilizzo di infrarossi. Questi sensori emettono onde infrarosse invisibili e misurano il tempo impiegato per il loro ritorno dopo essere stati riflessi da un oggetto vicino, calcolando la distanza in base al tempo impiegato e alla velocità con cui le onde infrarosse si propagano nell’aria. Quando un oggetto si avvicina al sensore e attraversa il suo campo di rilevamento, quindi, il tempo di ritorno delle onde infrarosse diminuisce, il che viene interpretato come una prossimità. Questa informazione può essere utilizzata in una varietà di applicazioni, come dispositivi di rilevamento di oggetti in prossimità, sistemi di segnalazione dell’angolo morto e persino nelle automobili per attivare gli airbag in caso di collisione imminente. In sintesi, i sensori di prossimità sfruttano l’uso delle onde elettromagnetiche per determinare la distanza dagli oggetti circostanti, rendendoli preziosi in numerosi settori.
La telematica aiuta i camionisti ad aumentare la sicurezza in città
La telematica può essere determinante per aiutare i camionisti a rilevare per tempo la presenza di persone in quel cono d’ombra visiva rappresentato dall’angolo cieco.
Infatti, grazie all’estrema versatilità e alla capacità di processare in tempo reale i dati rilevati dai diversi dispositivi, una piattaforma telematica come Webfleet può segnalare in maniera adeguata ed efficace il pericolo direttamente al driver, attirandone l’attenzione nel modo più adeguato. Questo grazie alla presenza di una dashboard dedicata, che restituisce avvisi specifici attraverso un unico canale di comunicazione audio-visivo praticamente impossibile da ignorare per il conducente, anche in condizioni di stress e di sovraesposizione da stimoli sonori e visivi all’interno e all’esterno della cabina di guida.
Webfleet e l’integrazione con soluzioni per la guida sicura
Soluzioni come il fortunato CAM 50, sistema predittivo per il rilevamento e l’acquisizione video degli eventi su strada, o la tecnologia proprietaria OptiDrive360, dedicata al monitoraggio dello stile di guida dei driver, sono solo due delle integrazioni in grado di dialogare ottimamente con la piattaforma telematica Webfleet. Quest’ultima, nel corso degli anni ha costantemente affinato la capacità di rilevare e processare i dati dei veicoli, restituendo informazioni fruibili sia ai fleet manager che direttamente ai driver su strada.
Pertanto, anche nel caso dell’angolo cieco, Webfleet è in grado di dialogare sia con strumenti per la ripresa video (come ad esempio i retrovisori digitali di ultima generazione) che con i sensori di prossimità della tipologia richiesta dall’amministrazione milanese per i mezzi pesanti in centro città. Un’integrazione semplice e sicura, sempre nel rispetto della privacy dei dati ma in grado di offrire un contributo fattivo per vincere la sfida e azzerare le tragedie legate agli incidenti dovuti all’angolo morto.
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