Nel contesto del trasporto stradale internazionale, il cabotaggio si riferisce e regola l’attività delle aziende non residenti in Italia che trasportano merci tra due punti all’interno del territorio. In questo articolo puoi approfondire quali paesi sono interessati dal cabotaggio, quali sono le regolamentazioni attuali e quali sanzioni si applicano.
Cos’è il cabotaggio stradale?
Il cabotaggio stradale si riferisce alle condizioni specifiche in base alle quali i vettori non italiani possono trasportare merci tra due punti all’interno del territorio italiano. Per impostazione predefinita, solo le aziende di trasporto registrate in Italia e iscritte al registro dei trasportatori italiani possono legalmente effettuare operazioni di trasporto interno.
Quando possono operare i vettori stranieri in Italia?
Le aziende straniere possono trasportare merci all’interno della territorio italiano attraverso le disposizioni sul cabotaggio, che consentono operazioni interne limitate secondo specifiche regolamentazioni. Queste disposizioni creano flessibilità mantenendo al contempo un mercato equilibrato sia per i vettori interni che per quelli internazionali.
Qual è il tasso di penetrazione del cabotaggio stradale in Italia?
Secondo i dati dell’Eurostat, l’Italia ha registrato un volume di cabotaggio stradale pari a 2,7 miliardi di tonnellate-chilometro, rappresentando circa il 5,5% del totale del cabotaggio europeo. Questo dato indica che l’Italia ha un ruolo significativo nel cabotaggio stradale all’interno dell’Unione Europea.
Quali paesi sono autorizzati a praticare il cabotaggio in Italia?
Il cabotaggio stradale delle merci può essere praticato sul territorio italiano da un’azienda stabilita in uno Stato dell’Unione Europea (UE) o dello Spazio Economico Europeo (SEE):
Paesi dell’Unione Europea autorizzati a effettuare attività di cabotaggio stradale in Italia: Germania, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Spagna, Estonia, Finlandia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Francia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia.
Paesi dello Spazio Economico Europeo autorizzati a effettuare attività di cabotaggio stradale: Norvegia e Islanda.
Quali sono le regolamentazioni in materia di cabotaggio stradale?
Le regole relative al cabotaggio stradale sono stabilite da due regolamenti complementari:
• Regolamento europeo: Regolamento (CE) n. 1072/2009
• Codice della Strada italiano: Codice dei Trasporti articolo L 3421-3 a L 3421-10
Quali sono le condizioni regolamentari per un’operazione di cabotaggio?
Per essere conforme alle normative, un’operazione di cabotaggio deve soddisfare i seguenti due punti:
• Deve essere preceduta da un trasporto internazionale,
• Deve essere effettuata con lo stesso camion o trattore stradale utilizzato per il trasporto internazionale.
Quante operazioni di cabotaggio possono essere effettuate in Italia?
Il cabotaggio stradale in Italia è limitato a tre operazioni entro sette giorni dopo lo scarico delle merci del trasporto internazionale. Se il trasporto internazionale non è destinato alla Italia, è consentita un’operazione di cabotaggio entro tre giorni dall’ingresso a vuoto del veicolo nel territorio nazionale e entro sette giorni dallo scarico delle merci del trasporto internazionale.
Il tachigrafo intelligente V2 consente un miglior controllo delle attività di cabotaggio?
Il tachigrafo intelligente V2, reso obbligatorio dal pacchetto mobilità del 2020, consente alle forze dell’ordine di identificare a distanza i passaggi di frontiera effettuati dai veicoli che circolano negli Stati membri dell’UE. Questo dispositivo rafforza il controllo delle attività di cabotaggio per contrastare la concorrenza sleale tra vettori stradali.
Quali sanzioni si applicano in caso di mancato rispetto delle regole di cabotaggio?
Le sanzioni per il mancato rispetto delle regole di cabotaggio includono l’immobilizzazione del veicolo fino a sette giorni, una multa fino a 15.000 euro e il divieto di effettuare cabotaggio in Italia per un anno. I vettori provenienti da paesi non autorizzati sono inoltre soggetti a un anno di reclusione.